Il mese di Luglio nel mito e nell'arte
 

Sagittario

f11fig.11

Per molti è un centauro. Altri invece lo negano in quanto nessun centauro si era mai servito delle frecce. Ci si domanda perché abbia gambe da cavallo e la coda simile a quella di un satiro (Igino, Astronomica)

Così Igino introduce questa costellazione. Ed in effetti, quel che dice è vero: quando si pensa al Sagittario (Fig. 11), si pensa ad un centauro. Eppure, nel Sagittario non è rappresentato nessun centauro, il quale ha invece una costellazione propria e omonima.

Chi si nasconde allora dietro le stelle nella cui direzione si arriva al centro della nostra Galassia? Impossibile intercettarlo basandosi sull’osservazione dell’immagine, poiché lì vi è raffigurato Croto, figlio di Pan, il dio dei boschi d’Arcadia famoso per la paura irrazionale e incontrollabile che scatenava in chiunque si imbattesse in lui.

Croto era nato dall’unione di Pan con Eufeme, la nutrice delle Muse. Abitava sull’Elicona, il monte sacro alle Muse, dove si esercitava nella caccia e nel tiro con l’arco; si dice che fosse stato l’inventore dell’arco.

Il suo nome significa “applauso” e anche questo si riteneva l’avesse inventato lui: Croto fu dunque il primo ad applaudire. Con questo gesto esprimeva la sua ammirazione verso l’arte delle Muse, con le quali era solito trascorrere parte del suo tempo in spensieratezza. Egli aveva imparato alla perfezione tutte le arti delle Muse – la storia, la poesia lirica, la commedia, la tragedia, la musica, la poesia d’amore, la poesia sacra, l’astronomia e la poesia epica – ed inoltre…

era diventato, al tempo stesso, velocissimo nelle foreste (Igino, Astronomica)

Per la sua bravura e l’intensa amicizia che lo legava alle Muse, considerate da lui come sorelle in quanto allattate anch’esse da Eufeme, le nove dee pregarono l’onnipotente Zeus di…

rappresentarlo in cielo con un certo numero di stelle.

Giove esaudì la loro richiesta, ma volle richiamare tutte le caratteristiche della sua attività in una sola immagine; così gli attribuì le gambe di cavallo, per la consuetudine all’equitazione, e gli aggiunse le frecce, per evidenziare con esse la sua precisione e rapidità. Fissò, inoltre, al suo corpo una coda di satiro, perché le Muse provavano per Croto tanto piacere quanto Libero con i Satiri. Davanti ai suoi piedi si trovano poche stelle disposte in forma circolare; dicono sia una corona, gettata via come per gioco. (Igino, Astronomica)

Questa corona gettata via come per gioco è la Corona Australe, la costellazione che ci spinge nell’emisfero celeste precluso alla nostra vista, ma dal quale vediamo emergere un uomo-cavallo che però non è un centauro…

Ilaria Sganzerla


Figure:

  • Fig. 11: dall’Uranographia di Hevelius

Bibliografia:

  • Caio Giulio Hygino, Fabulario delle stelle, Ed. Sellerio, 1996

 

 

TORNA SU

USCITA
 
GAGM - Bologna