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Poiché il fine ultimo del gruppo non era la costruzione di strumenti bensì quello di svolgere attività di ricerca, se pure amatoriale, in campo astronomico, si iniziò ben presto ad utilizzare il telescopio per fare astrofotografia. Si cominciarono a testare vari tipi di emulsione fotografica per trovare quelli più adatti.
All'epoca Sette gestiva un piccolo bar all'interno del cinema Capitol e lì era consuetudine ritrovarsi nel primo pomeriggio per prendere un caffè e discutere i vari problemi sul tappeto. Pressochè tutti i giorni passavano Sassi e altri del gruppo, ma spesso si incontravano anche personaggi noti dell'astrofilia bolognese e fra questi Umberto Dall'Olmo che in quegli anni si laureò in fisica. L'attività dell'osservatorio, che nel frattempo era stato dotato di una camera oscura per lo sviluppo di lastre e pellicole, proseguiva con l'apprendimento e l'affinamento delle tecniche fotografiche che portarono, in seguito, a ragguardevoli risultati. Mentre ai Giardini Margherita si continuavano a guidare manualmente pose di un'ora e più nelle fredde notti invernali, migliorando le tecniche astrofotografiche, un altro ambizioso progetto aveva preso il via: la costruzione dell'osservatorio di San Vittore. Per questa ragione le risorse umane e materiali vennero indirizzate sul nuovo obiettivo, e la specola dei Giardini, siamo alla fine degli anni sessanta, iniziò a perdere gradualmente di interesse. La struttura venne affidata al gruppo dei più giovani ma talvolta i giovani non sanno aprezzare ciò di cui dispongo, spesso si aspettano di ottenere risultati strabilianti senza fatica e talvolta, infine, sono incostanti. Sta di fatto che l'osservatorio attraversò un lungo periodo di utilizzo parziale e discontinuo fino ad arrivare, negli anni '80, ad un completo abbandono. A metà degli anni novanta, Giulio Pitteri e Andrea Sabbioni, volenterosi amatori, dispiaciuti che tale struttura andasse in rovina, decisero di procedere al restauro della specola. Riportata la cupola alla originaria funzionalità, il vecchio strumento, ormai completamente irrecuperabile, fu sostituito con un moderno telescopio Celestron CM 1100, grazie ad un finanziamento del Quartiere S. Stefano.
Inizia quindi l’attività vera e propria del gruppo attuale, divisa in due settori: quello della ricerca e quello della divulgazione scientifica. La struttura vuole offrire a tutti gli interessati l’opportunità di poter usufruire di una strumentazione di qualità, non sempre disponibile ai singoli e di una competenza maturata in anni di attività nel settore.
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GAGM - Bologna |